La simbologia dei sette metalli planetari è profondamente legata alla cosmologia e alla filosofia dell'alchimia. Ogni…
LE FASI DEL MAGNUM OPUS (LA GRANDE OPERA)
L’alchimia non è solo l’arte del provare a trasformare i metalli in oro, ma è anche un linguaggio simbolico e iniziatico che descrive il processo di trasmutazione dell’anima. Ogni operazione compiuta nel laboratorio alchemico, rispecchia un processo interiore che conduce alla reintegrazione dell’essere nell’unità divina e della riconciliazione tra spirito e materia.
L’oro tanto ricercato dagli alchimisti non è quello dei metalli, ma è un oro interiore e spirituale, simbolo della perfezione raggiunta attraverso la purificazione della materia. Le fasi del processo alchemico rappresentano le tappe di un cammino iniziatico di prove e trasformazioni che la coscienza deve attraversare per elevarsi fino alla piena realizzazione dello spirito.
Tradizionalmente, il processo alchemico è definito come Magnum Opus (la Grande Opera) ed è suddiviso in varie fasi. Gli autori differiscono sul numero esatto di passaggi, ma la struttura fondamentale originaria è rappresentata da quattro fasi principali, che corrispondono ai colori simbolici dell’Opera; ovvero Nigredo, Albedo, Citrinitas e Rubedo.
Va però detto che, a partire dal XV secolo, la fase Citrinitas non venne quasi più citata nei trattati alchemici, perchè spesso considerata già parte della Rubedo. Per questo motivo nei testi più recenti si parla di tre fasi principali invece di quattro.
Queste fasi indicano il processo di morte e rinascita dell’Io, la purificazione dell’anima e la congiunzione con il principio divino.
Vediamo ora nel dettaglio le singole fasi del processo alchemico e il loro significato simbolico.
NIGREDO
(l’Opera al Nero)
La Nigredo (o Opera al Nero), è la fase della putrefazione, della morte simbolica dell’Io e della dissoluzione. Qui la materia viene ridotta al caos originario, affinché da essa possa rinascere in forma nuova e più pura.
Nel laboratorio alchemico, si manifesta come l’annerimento della materia posta nel crogiolo e che sotto l’azione del fuoco si disgrega e si riduce a una massa scura e informe.
Sul piano interiore, la Nigredo rappresenta la discesa nelle profondità dell’inconscio, il confronto con le proprie ombre, paure e attaccamenti. È il momento in cui l’alchimista affronta la “notte oscura dell’anima”, per liberarsi delle illusioni dell’ego e disgregare gli elementi impuri che oscurano la luce interiore, in un periodo di oscurità e confusione che prepara il risveglio della coscienza.
Il colore nero rappresenta la terra fertile, l’oscurità primordiale e il punto di partenza della trasformazione.
Nei testi alchemici, la Nigredo è spesso rappresentata dal corvo e dal teschio, simboli della fase oscura e iniziale della trasformazione. Tutti questi simboli esprimono che nulla può essere trasformato se prima non muore a se stesso.
Questa fase viene associata a Saturno, il pianeta del tempo, del limite e della dissoluzione, e al piombo, il metallo più denso, che simboleggia la pesantezza e la materialità dell’essere.
La Nigredo è dunque la purificazione attraverso la morte, la discesa nell’ombra da cui comincia il vero cammino iniziatico, la soglia attraverso la quale l’essere si purifica e si prepara alla fase dell’Albedo.
ALBEDO
(l’Opera al Bianco)
L’Albedo (o Opera al Bianco) è la fase della distillazione e della calcinazione. Ciò che era stato dissolto nella Nigredo viene ora purificato, chiarificato e liberato dalle impurità. Dopo la morte simbolica dell’ego, la materia sottile comincia a rigenerarsi; se la Nigredo era la notte, l’Albedo è l’alba, il primo chiarore che sorge dall’oscurità.
Nel laboratorio alchemico, l’Albedo si manifesta come lo sbiancamento della materia, e il composto assume una tonalità più luminosa e trasparente.
Sul piano interiore, rappresenta la rinascita della coscienza; le ombre si dissolvono e l’alchimista percepisce la propria essenza autentica, libera dall’ego e dalle emozioni negative. È il momento della lucidità, della riflessione e dell’introspezione, in cui la mente distingue ciò che è essenziale da ciò che è superfluo.
Il colore bianco simboleggia la chiarezza, la purezza e la rivelazione della verità.
Nei testi alchemici, l’Albedo è spesso rappresentata dal cigno bianco o talvolta dalla colomba. Questa fase è associata alla Luna e al metallo argento, elementi che evocano la rigenerazione e la luce interiore della materia purificata.
L’Albedo è dunque il processo di purificazione attraverso la luce, l’emergere dall’oscurità con rinnovata chiarezza. È la fase in cui l’essere, “lavato” dalle impurità della Nigredo, si rischiara e si prepara alla successiva fase, la Citrinitas.
CITRINITAS
(l’Opera al Giallo)
La Citrinitas (o Opera al Giallo) è fase della sublimazione e della combustione. Dopo la purificazione e la chiarezza lunare dell’Albedo, rappresenta il momento in cui la luce cresce e si fa stabile. È il passaggio dall’alba alla luce del giorno, dove la coscienza, ormai purificata, comincia a risplendere della propria luce interiore.
Nel laboratorio alchemico, la Citrinitas corrisponde all’ingiallimento della materia iniziando a sublimare parzialmente e a consolidarsi, mostrando calore e stabilità.
Sul piano interiore, la Citrinitas rappresenta la fase dell’illuminazione della coscienza.
L’alchimista, ormai purificato, riconosce la sua luce interiore come parte della propria essenza. È l’esperienza della consapevolezza spirituale e della mente che si unisce al cuore. La dualità si attenua e la coscienza comincia a percepire l’unità di tutte le cose.
Il colore giallo simboleggia la luce della conoscenza, la saggezza, l’intelletto illuminato.
Nei testi alchemici, la Citrinitas è spesso rappresentata dal Sole che sorge o dall’aquila dorata. Questa fase è associata al Sole nascente e al metallo oro in formazione, elementi che richiamano l’espansione della coscienza.
La Citrinitas è dunque il passaggio dal conoscere all’essere. È il penultimo passaggio prima della trasformazione definitiva, la preparazione all’unione totale tra spirito e materia che si compirà nella fase successiva, la Rubedo.
RUBEDO
(l’Opera al Rosso)
La Rubedo (o Opera al Rosso) è la fase della coagulazione. Dopo la purificazione dell’Albedo e l’illuminazione della Citrinitas, essa rappresenta la realizzazione finale, la completa integrazione della materia e dello spirito. È il momento in cui l’Opera raggiunge la sua completezza e l’alchimista raggiunge la Pietra Filosofale, simbolo della perfezione e dell’unità ritrovata.
Nel laboratorio alchemico, la Rubedo si manifesta con la comparsa del rosso nella materia, segno che il fuoco dello spirito è stato fissato stabilmente nella sostanza.
Sul piano interiore, la Rubedo è la nascita dell’uomo spirituale, l’unione dell’anima con lo spirito, la riconciliazione del microcosmo con il macrocosmo. La coscienza dell’alchimista che giunge a questo stadio non è più divisa, ma unificata nel principio divino.
Il colore rosso simboleggia il sacrificio, il sangue, e la vita piena.
Questa fase è associata al Sole, non più nascente, ma pieno e stabile. Mentre il metallo corrispondente è l’oro, non più in formazione, ma ultimato; perfetto e incorruttibile che rappresenta la realizzazione dell’essere.
Nei testi alchemici, la Rubedo è rappresentata dalla fenice che risorge dalle proprie ceneri, dal Re e dalla Regina uniti in matrimonio (le cosiddette nozze alchemiche) e dal il figlio nato dall’unione degli opposti (il Rebis), tutti simboli della morte si è trasformata in vita, la materia in spirito e l’uomo in essere divino.
La Rubedo è dunque la realizzazione della Grande Opera, il compimento della trasmutazione interiore, in cui l’alchimista riconosce la propria essenza divina e l’unità di tutte le cose, vivendo in armonia tra materia e spirito.
In conclsione, le fasi del Magnum Opus sono le tappe di un cammino iniziatico. L’alchimia insegna che la trasmutazione della materia è il riflesso della trasmutazione dell’anima. Come nel crogiolo il piombo si trasforma in oro, così nella coscienza l’uomo si fa iniziato, e infine maestro della propria natura.
Il linguaggio alchemico descrive un processo di reintegrazione dell’unità perduta. La pietra filosofale non è quindi un oggetto, ma uno stato dell’essere, il risultato di una lunga disciplina che unisce conoscenza, intuizione e purezza interiore.
Come scrivevano gli antichi maestri, l’essenza dell’Opera si riassume così: “Solve et coagula”.
Solo dissolvendo l’illusione della separazione e ricomponendo in noi l’unità profonda dell’essere possiamo arrivare alla vera Pietra Filosofale.
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Sayuri Tsukiakari

